Dante in Grotta
26 aprile - 17 maggio - 1 giugno 2025
L’opera del Poeta portata in scena dalla compagnia Il Circo e la Luna del Teatro Alfieri di Castelnuovo.
𝐔𝐧𝐨 𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞𝐬𝐭𝐢𝐭𝐨 𝐞 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐀𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐫𝐜𝐡𝐢𝐚, lungo un percorso che sommerà le suggestioni dell’opera magnifica della natura a quelle della poesia dantesca.
corse alle ore 16:30 - 16:45 - 19:45 - 20:00
partenza da piazza ortali
DANTE IN GROTTA
Dante, tra la selva e il pendio del colle, vive in un’oscillazione drammatica di speranza e disperazione fino all’incontro con Virgilio. Tuttavia l’impresa che si appresta a compiere gli si rivela durissima, se non impossibile. Tanti i dubbi e incertezze si affacciano al suo animo: un viaggio nei regni ultraterreni l’hanno compiuto solo Enea e San Paolo, per l’Impero e la Chiesa, ma lui, Dante, e voi, cari visitatori, a quale compito deve obbedire il vostro viaggio? Dante in fondo siamo noi.
Il suo maestro Virgilio da subito lo rincuora poiché l’impresa è indispensabile ed esaltante, viene così sollecitato da una donna beata e bella, Beatrice, che uscita dal Paradiso, gli fa visita per rassicurarlo sulla salvezza che lo attende, grazie anche a Santa Lucia e la Vergine Maria, donne benedette come lei.
Dante è destinato a ridare umanità alle grandi virtù e non deve avere paura.
Inizia così la nostra visita alle Grotte, che oggi si figureranno per noi come regni ultraterreni danteschi, dando vita a un viaggio in cui noi stessi incontreremo alcuni degli spiriti che Dante ha incontrato all’Inferno, in Purgatorio e in Paradiso.
IL PERCORSO
INFERNO
Incontriamo BEATRICE all’ingresso del Corchia INF. 2 per poi attraversare la porta dell’Inferno ed entrare nel primo regno ultraterreno. Scendendo nei vari cerchi attraverseremo le bolge infernali, dove sospiri, pianti e urla di dolore risuonano per l’aria senza stelle. Lì incontreremo le anime dannate che hanno perduto il “ben dell’intelletto” e che racconteranno di se’e parleranno con Dante e Virgilio, in particolare CARONTE, il vecchio canuto traghettatore dell’Ade, che grida e trasporta le anime dei morti da una sponda all’altra. INF. 3 Passeremo poi dentro il cerchio dei lussuriosi, dove la bufera infernale non si arresta mai, trascina e travolge con violenza gli spiriti, eternamente, così come in vita si lasciarono travolgere dalla passione amorosa e dal piacere dei sensi. Dante, dopo essere scampato al tribunale infernale di Minosse, che inutilmente ha cercato di respingerlo, è attirato da una coppia di peccatori che procedono insieme, PAOLO E FRANCESCA INF. 5
Dante prosegue il suo viaggio attraverso i cerchi infernali ed è sempre più sconvolto dalle pene inflitte alle anime e commosso dai loro racconti. Per fortuna Virgilio, la sua guida sicura, rimane sempre al suo fianco, anche tra gli eretici, dove, tra tristezza, sventure umane e ingiustizie, emergono i contrasti politici con FARINATA INF.10, ghibellino uomo di grande fortezza morale, che predice molte cose e poi CAVALCANTE, che cerca il figlio Guido Cavalcanti, e Dante darà lui la notizia della morte del figlio, suo caro amico e poeta.
Poi, nella foresta di pietra della grotta Dante insieme a noi tra i violenti sentirà i lamenti di PIER DELLA VIGNA (solo voce inf.13), colpevole di aver escluso Dio per obbedienza e dedizione al suo sovrano ed essersi dato la morte per non aver retto all’accusa di infedeltà…
Procedendo nei gironi infernali, Dante ha visto spuntare dall’abisso mostri metà uomini e metà animali come Gerione, che sulla sua groppa multicolore, muovendo a vuoto la coda velenosa da scorpione, ha condotto in volo il sommo poeta e Virgilio in MALEBOLGE, dove profondi fossati circolari e concentrici attraversati da ponticelli, chiamate bolge, tendono verso il pozzo profondo e largo dei giganti. In Malebolge si odono lamenti soffocati, soffi rumorosi di naso e di bocca, colpi, tutto intorno è incrostato e maleodorante. Tutto è ripugnante, anime a testa in giù con piedi bruciati da fiamme guizzanti, spiriti coi volti girati dalla parte della schiena, piangono in lenta processione camminando all’indietro. Dannati e diavoli neri, tra violenza e beffa ci offriranno un grottesco spettacolo nella pece bollente che brucia, brandelli di carne strappati dagli uncini dei diavoli, che si azzuffano. Dante e Virgilio allora nella fuga si ritrovano circondati da serpenti a più teste che volano e sprigionano fumo, assistendo a disgustose metamorfosi da uomo a bestia e viceversa. DANNATI E DIAVOLI inf 17; 18; 19; 21; 25
Giunti all’ottava bolgia, Dante e noi incontreremo ULISSE, tra i consiglieri fraudolenti, e avremo l’onore di ascoltare il racconto di un uomo che ha trasceso i limiti umani, che è all’inferno perché ha fatto cattivo uso della sua intelligenza, ma che per il poeta merita un profondo rispetto. INF 26
Le ultime bolge sono raccapriccianti: un carnaio di spettri mutilati e sconciati sfilano deturpati sotto gli occhi di Dante, deformi senza lingua o senza mani, teste mozzate che parlano. Macabra e orrida guerra che divide il mondo. Il turbamento di Dante lo comprendiamo di fronte a un tale disgustoso spettacolo di folli litigi e torture. Sono evidenti la violenza, la durezza, la ferocia dell’uomo nella sua bassezza più profonda; poi il poeta arriva fino al pozzo dei Giganti, dove l’Inferno termina e raccoglie i peccati più squallidi, legati al tradimento. È freddo, le acque sono ghiacciate. Un deserto bianco dove scontano la loro pena gli assassini di innocenti, simbolo del male umano, della crudele brutalità che disgrega e fa perdere i valori morali e religiosi di tutti. Infine incontra la visione più mostruosa di tutte, Lucifero, e per uscire dall’inferno l’unica strada è il suo corpo villoso, così Dante e Virgilio lo discendono per poi risalire lungo un corridoio, che conduce ad una apertura, da cui arriva il suono delle acque di un ruscelletto.
È dunque chiaro a Dante che bisogna puntare a riedificare la società, ripartire dagli insegnamenti di Cristo e da quei santi che respinsero le tentazioni del denaro e del potere. Per fare ciò, prima dobbiamo purificare noi stessi, lavarci dal peccato, attraversare il Purgatorio.
PURGATORIO 1; 2; 17; 27; 33
Siamo finalmente usciti dal regno oscuro della brutalità, Dante e Virgilio, dopo aver attraversato il corpo di Lucifero, principio di ogni male, raggiungono il centro della Terra per poi risalire verso il Purgatorio, il regno della purificazione, della preparazione alla beatitudine eterna. Con un ritmo lento e pacato le visioni di questo regno lasciano Dante stupito e lieto. Comincia la sua iniziazione ai valori smarriti, così si avvia alla salita. Attraverso sette cornici, ciascuna presidiata da un angelo, si incontrano le anime miti e dolci del Purgatorio, che, avendo scelto di pentirsi e affidarsi a Dio in vita, si muovono con umiltà; hanno chiesto perdono e sanno di essere in un percorso di salvezza che le purificherà e consentirà loro di salire al cielo e volare in paradiso. Dante con umiltà e meraviglia compie tutti i riti di purificazione per essere degno del cospetto di Dio e ascolta con amore le richieste di preghiere e intercessioni delle anime. In questo regno VIRGILIO giunge alla fine della sua missione e si congeda con un ultimo profondo messaggio al suo discepolo Dante.
PARADISO
Senza rendersene conto Dante sta per salire al cielo, dove regnano dolce musica e preghiera. La luce della sfera del fuoco e l’armonia delle sfere celesti lo riempiono di meraviglia. Beatrice gli spiegherà che è nell’ordine naturale dell’universo che egli, purificato delle colpe, ascenda verso il cielo. Il Paradiso apparirà evanescente, fatto di luce, numerosi spiriti parleranno con Dante: Piccarda Donati, l’antenato Cacciaguida, l’imperatore Giustiniano, le anime luminose, cantanti e danzanti, I Dodici spiriti luminosissimi, San Tommaso d’Acquino, mentre tutti gli angeli andranno incontro a Dante con gioia e stupore in un tripudio di equilibrio e pacatezza serena. La sua Beatrice lo accompagnerà e ci accompagnerà fino alla fine del suo viaggio, nell’Empireo, dove sarà guidato anche da San Bernardo verso l’ultima visione: la contemplazione di Dio.
Dante sentirà crescere le proprie facoltà, vedrà un fiume di luce tra due rive di fiori e faville, poi la visione si trasformerà: il fiume diverrà un tondo formato da una scalinata circolare. I fiori diverranno beati, vestiti di bianco e seduti su più di mille gradini, le faville angeli volanti.
I beati formano una candida rosa. Dante commosso ringrazierà Beatrice e san Bernardo lo inviterà a contemplare la candida rosa celeste e la bellezza di Maria circondata da mille angeli.
Da Maria, scendendo, ci sono Èva, Rachele, Sara, Rebecca, Giuditta, Rum e altre donne ebree. Dall’altra parte della rosa san Giovanni Battista, san Francesco, san Benedetto, sant’Agostino e altri. In basso stanno i bambini e l’arcangelo Gabriele, che vola davanti alla Vergine cantando l’Ave Maria. Infine Adamo, Mosè, san Pietro, san Giovanni Evangelista, sant’ Anna, santa Lucia.
Adesso però ci aspetta l’ultimo sforzo, una lunga ultima scalata per risalire e ritrovare la luce perduta. In cima SAN BERNARDO pregherà la Vergine Maria per Dante e per noi affinché noi tutti possiamo alzare lo sguardo fino a Dio. Par 33
Nell’ultimo corridoio prima di uscire dalla grotta sarà la voce di Beatrice a descrivere Dante, che adesso è pronto a fissare lo sguardo verso la luce divina, ma non riesce a descriverne la visione, così invoca l’aiuto di Dio. Continuando a fissare riesce a gradi a penetrarne l’Essenza. Vede tre cerchi di tre colori e d’una stessa dimensione. Dal primo si riflette il secondo e il terzo sembra fuoco che spira da entrambi: l’unità e la trinità di Dio. Dante cerca invano di comprendere il mistero dell’Incarnazione finché un’improvvisa folgorazione gli fa intuire la verità. Il poeta sente ora il suo animo totalmente accordato con Dio.
Sarà BEATRICE col canto e la musica ad accompagnare la nostra visione estatica finale e a svelarci che solo l’Amore di Dio può muovere tutto e farci tornare a essere noi stessi, ma nuovi e più ricchi di un’esperienza come questo viaggio nella grotta più grande e bella, il Corchia. Possiamo dire: ce l’abbiamo fatta anche noi, come Dante.
GROTTA ANTRO DEL CORCHIA
La visita turistica dell’Antro del Corchia sia snoda su circa 2000 metri di percorso, attraverso una ampia passerella di acciaio che offre la massima sicurezza al visitatore. La visita è guidata, si svolge a gruppi e dura circa due ore, il livello di difficoltà del percorso corrisponde a quello di un trekking molto leggero e di breve durata. La visita è consigliata a bambini sopra i tre anni di età e in mancanza di problemi di deambulazione e patologie cardiache acute.
Si accede all’Antro attraverso un tunnel artificiale di 170 metri, scavato appositamente per offrire un accesso alla grotta senza intaccare gli ingressi naturali. Percorso il tunnel si arriva alla Galleria Franosa, uno spettacolare canyon, alto decine di metri, alla base del quale passa la passerella. La Franosa cede il passo alla Galleria degli inglesi, così chiamata in onore degli esploratori britannici che la scoprirono negli anni ’60 del ‘900, dove potrete osservare le prime concrezioni giganti ed un lago sotterraneo fossile. La visita si completa con “l’anello“, un percorso circolare che offre l’ambiente ipogeo più spettacolare che possiate vedere: sale immense ornate di stalattiti e stalagmiti, concrezioni spettacolari, una serie di opere d’arte modellate dall’acqua e dalla roccia in milioni di anni.
- Tempo di percorrenza: 2:30 ore ca
- Temperatura interna della grotta: 7°
- Età minima visita autonoma: 4 anni
- Sotto I 4 anni: consigliato il trasporto in apposito zaino noleggiabile presso la nostra struttura
- Passeggini: non ammessi
- Vestiario obbligatorio: Scarpe con suola in gomma